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Psicoterapia: che cos'è, come si svolge

Studio Specialistico di Psicoterapia e Consulenza Psicologica Cagliari

Dott. Antonello Viola

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Il termine "psicoterapia" (dal greco psychÄ“' "anima" e theraphéia "cura", quindi: cura dell'anima) fa parte di quella categoria di concetti che per la loro complessità difficilmente sono circoscrivibili all'interno di una semplice definizione. In maniera semplice e sintetica si può comunque definire come una forma di trattamento psicologico basato sulla relazione interpersonale tra paziente e psicoterapeuta, volto alla risoluzione dei disturbi psichici e/o alla crescita personale.

 

In particolare, la psicoterapia è costituita da una serie di metodi e tecniche psicologiche che possono essere utilizzate per il trattamento delle condizioni di disagio mentale legate a problematiche emozionali, comportamentali, di personalità, e in generale di natura psichica (disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbi psicosomatici, dipendenze, disturbi dell’alimentazione, disturbi sessuali e dell’identità di genere, disturbi del sonno, ecc.), o che possono essere anche indirizzate al compimento di un percorso di crescita psicologica e scoperta del Sé, o al miglioramento delle relazioni interpersonali. La psicoterapia può essere condotta da un professionista con un elevato grado di formazione specialistica (in Italia laureato in psicologia o medicina con diploma di specializzazione post-laurea in psicoterapia), che stabilisce una relazione professionale con il paziente, allo scopo di:

 

1.   rimuovere o modificare o attenuare i sintomi esistenti

2.   eliminare o modificare positivamente schemi comportamentali disadattavi o problematici

3.   promuovere la crescita e lo sviluppo positivo della personalità (Sommers-Flanagan e Sommers Flanagan, 2004)

 

Secondo Galimberti (1994), la psicoterapia consiste in un processo interpersonale, consapevole e pianificato, volto a influenzare disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza con mezzi prettamente psicologici, per lo più verbali, ma anche non verbali, in vista di un fine elaborato in comune, che può essere la riduzione dei sintomi o la modificazione della struttura della personalità, per mezzo di tecniche che differiscono per il diverso orientamento teorico a cui si rifanno. Il campo della psicoterapia è così vasto da richiedere, per potersi orientare, dei criteri di suddivisione.

 

1)    Il criterio del metodo.

 

Questo criterio inaugura una prima distinzione tra terapie fondate sul rapporto umano paziente-terapeuta e terapie fondate su procedure tecnico sperimentali.

 

Rientrano nel primo gruppo le psicologie a orientamento psicoanalitico, che possono essere o individuali o di gruppo e che si propongono una modificazione strutturale della personalità attraverso il superamento della nevrosi di transfert e della sottostante nevrosi infantile. A questo gruppo appartengono la psicoanalisi,la psicologia individuale, la psicologia analitica e le forme psicoterapiche che fanno riferimento ai diversi orientamenti della psicologia del profondo.

 

Nel secondo gruppo rientrano invece le terapie comportamentali che si propongono una modificazione del sintomo che si fa risalire ad un apprendimento inadeguato, attraverso un “ricondizionamento” del soggetto con un apprendimento più adeguato e le tecniche biofeedback per la cura dei disturbi psicosomatici attraverso il controllo appreso delle funzioni fisiologiche.

 

A metà strada tra questi due tipi di terapia ci sono le forme di cura basate sul metodo della suggestione, come l’ipnosi dove esiste un rapporto di transfert senza di cui non sarebbe possibile indurre il restringimento di coscienza necessario per l’eliminazione di certi sintomi, e il training autogeno fondato sulla pratica del rilassamento muscolare sistematico per la diminuzione della tensione emotiva.

 

2)    Il  criterio del destinatario.

 

Destinatario della terapia può essere l’individuo, la coppia, la famiglia o il gruppo. Nel caso della psicoterapia individuale occorre distinguere la cura dell’individuo adulto dalla cura del bambino, che per le sue caratteristiche esige un trattamento psicoterapico differenziato. Nel caso della psicoterapia di gruppo esiste un trattamento a orientamento analitico o a orientamento sistemico che si rivela particolarmente efficace nella psicoterapia della famiglia o della coppia dove ciò che ci si propone è la modificazione degli schemi di interazione. Una forma particolare di terapia di gruppo è lo psicodramma dove l’azione terapeutica non è affidata al solo analista, ma all’interazione tra protagonista e coro.

 

3)    Il criterio del fine perseguito.

 

Questo criterio consente di distinguere:

Le terapie di appoggio o di sostegno che si propongono di dare un supporto emotivo al paziente aiutandolo nelle sue difficoltà esistenziali attraverso un intervento attivo del terapeuta che consiglia, guida e talvolta dirige; le terapie rieducative che mirano al riadattamento dell’individuo attraverso la chiarificazione dei suoi conflitti consci. Possono essere incluse in questo gruppo la terapia cognitivista che ipotizza una possibilità di guarigione attraverso una ristrutturazione del campo cognitivo; la terapia comportamentista in cui l’interazione verbale non è più l’aspetto qualificante l’atto terapeutico;  la psicoterapia rogersiana che si attua attraverso una progressiva presa di coscienza accompagnata da catarsi; la psicoterapia interpersonale di H. S. Sullivan fondata sul principio della socializzazione e dell’acculturazione nel processo di formazione della personalità, dove si privilegiano i fatti coscienti rispetto a quelli inconsci; la psicoterapia sistemica che interpreta il comportamento patologico, e in particolare quello schizofrenico, come effetto di una comunicazione disturbata che la terapia deve correggere; la terapia umanistica derivata dalla teoria della motivazione; la logoterapia che non si rivolge ai conflitti istintuali, ma alle dimensioni psico-noetiche.

Le terapie ricostruttive che non mirano al riadattamento, ma alla ricostruzione della personalità attraverso la ricognizione delle sue istanze inconsce e una progressiva maturazione emotiva resa possibile dall’acquisita conoscenza di sé. Appartengono a questo terzo gruppo tutte le terapie a orientamento analitico (ibidem).

 

 

Generalmente la psicoterapia, a prescindere dal paradigma teorico e il metodo di afferenza, si propone di determinare cambiamenti positivi attraverso la realizzazione di modificazioni relativamente stabili nell’organizzazione e nella struttura della personalità: per questa ragione l’intervento psicoterapico richiede tempi totali di durata medio-lunga, che possono andare da alcuni mesi ad anni (raramente una psicoterapia dura meno di 20 sedute): questa caratteristica fondamentale la distingue dall’intervento di consulenza psicologica, tipicamente breve, generalmente indirizzato a una problematica specifica ed essenzialmente rivolto alla mobilitazione delle risorse sane del paziente che promuovano un rapido adattamento. E’ dunque evidente che, mentre con un intervento psicoterapico si possono toccare strati molto profondi della personalità e determinare dei cambiamenti relativamente stabili nella sua organizzazione globale (dato il suo arco temporale di lavoro), invece con una consulenza psicologica di breve durata il target è molto più focalizzato e superficiale, e maggiore il rischio di eventuali ricadute sotto l’impatto di stressors ambientali.

 

Fatte queste considerazioni, all’utente che si rivolga alla mia pratica professionale chiedo cortesemente che venga fatta una riflessione personale a priori sulle proprie intenzioni e motivazioni: richiedere una consulenza psicologica (di breve durata, ovvero generalmente in numero variabile da 1 seduta a un massimo di 20 sedute) significa richiedere un tipo d’intervento che per sua natura non può che essere focalizzato su una problematica specifica: pertanto il suo target non può essere la produzione di  modificazioni stabili nella struttura della personalità, specialmente se la consulenza dura poche sedute (1-10 sedute), bensì la mobilitazione delle risorse sane del paziente e il recupero di un livello sufficiente di adattamento (normalmente possibile per le problematiche di minore entità, ovvero quelle di natura nevrotica). Richiedere un intervento psicoterapico comporta invece un impegno intenzionale e motivazionale a priori, a compiere un percorso terapeutico relativamente medio-lungo (che può durare mesi o anni), il cui target e gli esiti sono comunque indirizzati alla realizzazione di cambiamenti positivi stabili della personalità, ed al raggiungimento di una condizione psicologica adattiva e funzionale relativamente stabile.

 

Qualsiasi forma di psicoterapia richiede, in una prima fase dell’intervento, un’accurata valutazione psicodiagnostica, che sia in grado di fornire un quadro sufficientemente definito dell’organizzazione e del livello evolutivo strutturale della personalità del paziente, insieme alla definizione del quadro sintomatologico e del funzionamento psicologico generale. La psicoterapia, infatti, può essere correttamente indirizzata soltanto se si dispone di un quadro psicodiagnostico sufficientemente preciso.

 

 Oltre che la consulenza psicologica e l’ipnositerapia, nella mia pratica svolgo la valutazione psicodiagnostica e la psicoterapia individuale, di coppia, familiare, dell’adulto e dell’adolescente, e su richiesta la psicoterapia di gruppo. Il mio paradigma fondamentale specialistico e di riferimento è la psicoterapia analitica bionomico-autogena (una psicoterapia psicodinamica che si fonda sulla considerazione olistica della totalità dell’individuo nella sua unità psico-somatica e conscio-inconscio, e che impiega la tecnica del Training Autogeno e altre tecniche analitico-immaginative per la cura e la riarmonizzazione della personalità e la scoperta del Sé). Tuttavia, avendo approfondito le mie conoscenze anche in altri ambiti psicoterapici, il mio approccio può essere considerato di tipo integrativo-eclettico, e basato sull’utilizzo di un complesso di metodi e tecniche e di paradigmi teorici (psicoanalisi, psicologia analitica junghiana e individuale adleriana, psicologia cognitivo-comportamentale, psicologia sistemica, psicologia umanistico-esistenziale).

 

 

"Psiche" è un vocabolo greco che significa -anima-. Perciò per -psichico- s'intende -trattamento dell'anima-; si potrebbe quindi pensare che voglia dire trattamento dei fenomeni patologici della vita dell'anima. Ma il significato dell'espressione è diverso. Trattamento psichico vuol dire invece trattamento a partire dall'anima, trattamento di disturbi psichici o somatici, con mezzi che agiscono in primo luogo e direttamente sulla psiche umana.

Questo mezzo è costituito anzitutto dalla parola, e le parole sono anche strumento fondamentale del trattamento psichico. Certo, difficilmente il profano potrà comprendere come le "sole" parole del medico possano rimuovere disturbi patologici somatici e psichici. Penserà che gli si chieda di credere nella magia. E non ha tutto il torto; le parole dei nostri discorsi di tutti i giorni sono solo magia attenuata".

                                                                                                                                                                                                                         Sigmund Freud

 

 

 

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e-mail: antonello.viola@gmail.com

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